In un ambiente storico rossi di struttura come bonarda e pinot nero
La migliore vista da Montù Beccaria è senz'altro quella che si gode dai giardini del Castellazzo. Si chiama così, nel dialetto del luogo, la sede dell'azienda Vercesi del Castellazzo, uno dei tredici castelli della famiglia Beccaria risalente al 1100, diventato nel tempo Convento dei Padri Barnabiti per poi, nei primi dell'800, essere aquistato dalla famiglia Vercesi dall'amministrazione Francese legata alle campagne di Napoleone in Italia.
Dal 2001 titolari dell'azienda sono i due fratelli Gian Maria e Marco Vercesi. La loro attività segue la linea ferrea del naturale, quindi viene posta molta attenzione all'impatto ambientale con scelte rigorose su tutte le procedure nel vigneto e in cantina.
Inerbimento totale dei vigneti, no all'utilizzo dei diserbanti, la trinciatura dei tralci potati e l'impiego dei soli rame e zolfo come anticrittogamici. Cosa importante per la valorizzazione della tipicità del territorio, è l'uso dei lieviti autoctoni per le fermentazioni dei vini, composti principalmente da uvaggi dell'Oltrepò.
La modernizzazione della produzione passa per la realizzazione della nuova cantina nel 2005. La produzione totale si aggira intorno alle 70.000 bottiglie.
L'etichette proposte accontentano una buona fetta di mercato, sia con vini freschi e giovani da bere nella loro immediatezza, che con vini di grande struttura che regalano grandi emozioni, dopo un minimo di anni d'invecchiamento. Si possono così assaggiare: dai sapidi e freschi bianchi di base Pinot Nero, passando alle tipiche Bonarde leggermente frizzanti, dall'originale Vespolina in purezza, al fuori classe Fatila la loro croatina di grande spessore. Naturalmente non poteva mancare un impareggiabile Pinot Nero con "Luogo dei Monti", di grande eleganza soprattutto degustando le vecchie annate.
IL NOSTRO COMMENTO
Gian Maria è un personaggio unico. Dai suoi occhi traspare la sua grande passione e tenacia nel proseguire nel migliore dei modi la tradizione di famiglia. I suoi figli, come lì chiama lui, sono tanti e buoni, e non ci resta che conoscerli tutti per godere di questa grande famiglia.
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